(3 giugno 2015) -
NEWS: Raccoglitori di erbe selvatiche a Central Park, turisti nelle paludi in piena Londra. E’ la nuova passione verde: non più caccia a luoghi lontani e incontaminati, ma full immersion nella biodiversità a volte aliena arrivata a noi da lontano. Laura Piccinini
Le cose migliori sono libere e selvagge, diceva Thoreau, che a 28 anni se ne andò a vivere tra i boschi come un moderno hipster. Lui lo fece per disobbedienza civile, costruendosi una capanna sul lago Walden per "succhiare il midollo della vita" e generando un fenomeno di emulazione che arriva fino alle offerte delle casette di legno nel verde estremo a 20-60 dollari al giorno che trovi digitando il nome del filosofo Airbnb. Oggi spsotarsi non serve " non c’è più bisogno di allontanarsi dai centri urbani per trovare un pò di natura non addomesticata" dice Fred Pearce, uno degli ecologisti più illuminati e autorevole, editorialista di Guardian e teorico di the New Wild, come intitola il suo saggio appena uscito in Inghilterrae Usa (Beacom Press), ovvero: Perchè le specie invasive saranno la salvezza della natura e anche la nostra. Da quando campagne e foreste hanno smesso di essere habitat ideali per via dei pesticidi e catastrofi ecologiche varie, animali e piante di specie inusuali si sono spinti negli ambienti urbani, da Budapest a Firenze, a New York, perchè hanno scoperto di starci meglio e più al sicuro che nei loro luoghi di origine. Li hanno trovate mete irresisitibili, ride .... e non è necessariamente un male. Perchè al riguardo ha una tesi affascinante che rovescia il dogma della conservazione della natura com’era. Per lui"la demonizzaizone delle specie aliene", vissute dalla vecchia ecologia come minaccia al sistema assomiglia alle posizioni di chi accusa gli immigranti di essere un pericolo per l’equilibrio sociale. Io lo chiamo fascismo verde . Mi sono accorto che usa perfino lo stesso linguaggio tossico e di intolleranza. Ma a causa del cambiamento climatico migrare è l’unico modo che le piante e animali hanno per sopravviviere se non riescono ad adattarsi all’habitat d’origine alterato. Sono avvenuturieri biologici che si arrampicano sul nostro bagaglio a mano, o si nascondono nel cargo: una strategia smart per reagire ai danni fatti loro dall’uomo, la specie più invasiva. Meno protezionismo e più accoglienza : L’ecologia deve farsi post-global. Non è più vero che tutto quello che è nativo è buono e quello che è alieno è sospetto. Quanto alle storie horror sulle specie aliene che distruggono quelle locali, si tratta di pochi casi e tuttal’ più su isole remote. In genere se sopravvivono diventano " cittadini-modello", impollinano, controllano predatori, provvedono al cibo per le specie native che raramente soppiantano. Dopo essere andato in lungo e in largo per 6 continenti, Pearce è giunto alla conclusione ottimista che non c’è mai stata tanta biodiversità come adesso. Prova che gli ecosistemi hanno bisogno delle migraizoni "aliene" come stimolo: Chiudere le frontiere è assurdo e controproducente, perchè un ambiente propetto si impigrisce. Le cose cambiano, è Darwin. Vale per tutti Piante e animali uomini e tassisti (Uber (app) in termini veteroecologisti sarebbe una specie aliena) "siamo nell’antropocene, tutto è messed up, incasinato". Rilassiamoci e godiamoci l’extravarietà, la mobilità, il re-wildening naturale e culturale sotto casa, il che esime anche dal camminare un anno tra Messico e California per scriverci un libro e farne un film (comeil best seller Wild, di Cheryl Straved) o dall’organizzare vacanze alla "Mr e Ms Gorotex, come gli americani chiamano i turisti amanti del genere avventura, visto il materiale dominante del loro equipaggiamneto. La chiamata del New Wild l’hanno ricevuta in parecchi. Racconta, al telefono, Steve Brill in uno dei pochi minuti liberi dal suo lavoro come forager (cercatore di erbe selvatiche) a Central Park, di non aver avuto mai tanto successo. A New York trovi molte più varietà che nei boschi della Florida, perchè non ci sono i cervi che divorano tutto. E lo smog? "basta lavarle" ??. Certo, riconosce Brill, a far montare il fenomeno è stata la tecnologia, più che la sua apparizione storica al David Letterman show, la sua app Wild Edibles e ricercatissima: 7.99 dollari su i Tunes in 26 lingue. Come la mappa mondiale fallingfruit.org L’Economist ha segnalato un nuovo business dell’insalata selvaggia, fornendo le cifre in aumento: il 18 % degli Americani ha dichiarato di andare a far "cicoria" e altro almeno una volta all’anno. E le star del genere sono in città, guardate il video di Matt Jaeger, Urban Nature Man", faccia alla Michael Fassbender, che parte da casa sua a Los Angeles con sacchetto di plastica da riempire di soffioni e felci (la Beyoncè delle erbe selvatiche). Per l’inglese David Mooney l’idea che ci sia bisognodi un re-wildening è ciò che ha convinto i finanziatori ad appoggiarlo nell’idea, apparentemente megalomane, di riqualificare un pezzo di periferia londinese facendone qualcosa di meno prevedibile di un parco o un centro commerciale. Da membro del Wildlife Trust, Mooney è tra gli artefici dell’operazione Woodberry Wetlands: "Un area grande 6 campi da calcio bonificata come paradiso di natura selvatica", circondata dai condomini in una zona densamente abitata a EST e adesso popolata anche da rane, uccelli, libellule". Niente di finto, chiuso o a pagamento, solo un quartiere diverso: Viviamo tutti uno sopra all’altro, ogni metro quadrato viene sequestrato per costruirci e farlo valere 10 mila dollari Qui c’era questo spazio rimasto libero, ci passavo in bici da piccolo e ogni volta che vedevo la palude pensavo :Wow!! tutti amiamo l’acqua . Doveva solo trovare il modo per convincere la National Lottery a finanziare il progetto (gli è bastato assicurare che il 40% degli utili andava in charity) e gli immobiliaristi Berkekey Homes a non riempire quello spazio con altri condomini di lusso. "avevamo in mente abitazioni con vista spettacolare..." E’ bastato intenderci su cosa si intende per spettacolare: li ho convinti che un panorama con palude avrebbe attirato più del solito giardino con piscina" Il New Wild vende. "Stanno nascendo operazioni simili in Olanda e Germania. In questo momento c’è una libellula sulla finestra del mio ufficio, se vuole la fotografoe gliela mando su whatsapp. Il sito dell’area promette altre specie come il migliarino di palude, tordi bottacci, pipistrelli (dopo le 8 pm) Roba da far volare a Londra Jonathan Franzen, che anzichè pensare all’uscita del nuovo romanzo a settembre ( o magari ad una strategia antiansia), è impegnato a promuovere il suo documentario sulla migrazione degli uccelli in Europa: Emptying the skies. Questo ha fatto imbestialire l’eminente Audubon Society, accusata di additare il cambiamento climatico come colpevole unico di tutto, per non cambiare niente, invece sono di più i migratori che si ammazzano andando a sbattere sui vetri dei grattacieli o degli stadi. Franzen si è scagliato contro quello nuovo di Mineapolis sul New Yorker, lo stadio ha un involucro trasparente sul quale si stima si schianteranno migliaia di volatili ogni anno. Si sarebbe potuto usare un vetro speciale anticollisione, ma avrebbe alzato i costi dello 0,01%, quindi non se è fatto nulla. Franzen, che passa diverso tempo a Santa Cruz, California, ma poi torna sempre al suo Upper East side (e il Nyt lo ha fotografato mentre faceva birdwaching in zona con il suo cannochiale Swaroski) appoggia la nuova scuola ecologista: le emissioni di carbonio hanno reso insensato l’ideale di wilderness come natura inalterata, da sostiturie con la wildness che non è data dall’isolamento dal disturbatore umano, ma dalla diversità degli organismi che completano i loro cicli vitali, in allegra convivenza. Per questo bisogna cominciare a garantire alle specie selvatiche un trattamento milgiore nelle città. Una volta noi scrittori eravamo gli unici a poterci permettere di vivere nei boschi, siamo stati i pionieri del lavoro a distanza, cosa che ormai puoi fare anche se sei ingegnere informatico come mio figlio, commenta via mail Thomas Coraghessan Boyle dalla sua casa proggettata da a Montecito. "da qui posso spingermi nella Sequoia Forest, con i coyote e leoni di montagna, o trovare la vegetazione incolta fuori Santa Barbara, dove insegno". Per il suo collega Geoff Dyer una delle grandi cose del trasferirsi a Los Angeles è che le lande del south-west sono lì attaccate. .."Non pensavo fossero così a portata di mano"
AL CERVELLO PIACE VERDE: La spiegazione neuroscientifica della passione per il verde è più o meno consolidata, ma in aggiornamento continuo: in base alla Art (Attention Restoration Theory, gli ambienti metropolitani richiedono la nostra attenzione diretta per compiere azioni specifiche: tipo evitare il traffico, mentre gli scenari naturali stimolano "l’attenzione involontaria" che ti permette di ricaricare le risorse mentali esaurite. Da qui storicamente storicamente dipende la localizzaizone dei rehab sulle montagne svizzere come quello che si vede in Youth di Sorrentino o i bagni di foresta: Forest bathing (shinrin yoku) brevettati dai giapponesi. E come segnala Adam Alter nel saggio Drunk Tank Pink (cose ovvie e inaspettate che influenzano come e cosa proviamo) citando il pioniere di questi studi William James: "per naturale si intendono foreste, paludi ma anche strane cose, insetti insoliti, piante mai viste etc.. Mentre il neuroscienziato Delitcho Valichanov ha dimostrato che il potere della biofilia (attrazione degli umani per la natura) vale pure in versione virtuale (tecnobiofilia) Questo spiega il ricco filone su "instagram dello "wildlife porn" che non sta per sesso con animali o nel bosco ma per appassionata a ttenzione a foto e film sulla natura.
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