E’ un bellissimo giardino, nato da un’area dismessa e trasformato dalla paziente cura di una ex insegnante di tedesco. Un lavoro iniziato nel 1971 e che ancora oggi è in divenire, affrontato con una fantasia “sempreverde” e lo spirito di sperimentatrice che animò anche la grande figura, ispiratrice, dell’anglosassone Vita Sackville West creatrice dei giardini di Sissinghurst nel Kent (Inghilterra).
La sua preparazione è frutto di esperienze dirette e tante letture, tra le più amate i libri e la famosa rassegna di articoli scritti dalla eccellente giardiniera inglese sull’Observer nei primi anni ‘50. L’ampio giardino è situato in una soleggiata zona, nei primi rilievi collinari di Bologna, nella parte alta di Via Murri.
Passando davanti a questo giardino, recintato da edera, caprifoglio e vite americana, se ne scorge solo una piccola parte ma sufficiente a rallegrare la vista con la sua dinamica trasformazione, mostrando variopinte successioni di fiori nelle diverse stagioni fino al silenzioso e lungo inverno dove la natura è quiescente.
Da marzo in poi offre deliziose fioriture di narcisi bianchi, tulipani fino ai delicati iris e rose a maggio e prima di questi si possono ammirare vezzosi crocus gialli.
Il “mix border” che ospita questa raccolta di specie floreali si trova alla base del vecchio muro di cinta attiguo del convento di clausura dove, poco più in là delicate rose banksiae nel mese di aprile adornano il muro di cinta. Nella parte terminale del giardino c’è anche un simpaticissimo orto dove si coltiva ogni tipo di gustose verdure. Dal convento attiguo provengono i rintocchi di una campanella che segnano un tempo che scorre ad un ritmo diverso da quello concitato della vita odierna, seguendo il quale si può entrare in una dimensione di pace e rilassatezza.
Dentro regna sovrana una vedette: un grande e bellissimo esemplare di tiglio che non essendo mai stato potato ha mantenuto una silhouette a campana originale bellissima, data dalle fronde terminali che ripiegando verso l’alto le donano la gradevole sagomatura.a campana. E’ nel mese di aprile che compaiono le prime tenere foglioline verdi che schiudendosi, come in un delicato ricamo, lasciano intravedere sgargianti Forsizie gialle che si trasformeranno poi in verdi cespugli meno appariscenti. Se dovessi battezzare questo giardino lo chiamerei “ Tilia’s garden.” in onore di questo albero elegante e solido nella sua originaria forma, proprio un albero all’inglese!
Si trovano poi altre numerose piante: di medio ed alto fusto, alcune nate spontaneamente, altre piantate piccole e oggi alte e rigogliose. Simpatici arbusti di agrifoglio si riempiono di numerose, piccole e coloratissime bacche nel tardo autunno; qui viene rispettata anche l’edera che si arrampica libera sui tronchi degli alberi senza nuocere, come tanti credono. Due bellissime Clematis crescono appaiate dolcemente appoggiate ad un albero, alle quali ogni anno vengono riservate particolari ed affettuose cure. All’inizio di maggio fioriscono le regali peonie arboree dall’intenso profumo ambrato, bianche e rosso cupo, in sequenza cespugli di viburno precedono la fioritura delle rose. Questa idea è deliziosa e sarebbe da prendere ad esempio in alternativa alle classiche e drastiche rasature del manto erboso; richiede un piccolo sacrificio e un po’ di attenzione ma vale la pena visto l’effetto gradevole che crea. In una piccola radura spiccano, adesso fioriti, alcuni alberi da frutto, ciliegi e peri, residui forse di una antica e più ricca piantagione, e da un ciliegio pendono due campane tibetane che suonate dal vento vibrano evocando spazi e culture lontane.
Ho conosciuto la curatrice del giardino alla fine del 2005, camminando un giorno lungo la strada, come faccio da tanti anni per la mia passeggiata mattutina, l’ho scorta mentre curava le sue piante, una coincidenza che mi ha permesso di ringraziare l’autrice di tanta grazia offerta all’occhio dei passanti. Il primo giorno che ho visitato con Bruno il giardino, aveva nevicato tanto e c’era un’atmosfera incantata. Con Bruno abbiamo poi sistemato, all’inizio dell’anno due nidi artificiali su un noce e su una quercia: pochi giorni fa li abbiamo visitati e in uno abbiamo trovato una covata di 5 piccoli di Cinciallegra. A Bologna ci sono tante aree che come questa si presterebbero bene ad un recupero “verde” per la gioia degli amanti del gardening, ma stentano a partire iniziative così lodevoli; questo articolo ha anche il significato di incentivare una attività che prende molte energie ma da ampie gratificazioni e come dice il grande “giardiniere” l’architetto Pejrone: in giardino non si è mai soli.
Dott.ssa Biol. Gloria Savigni maggio 2006
Riferimenti bibliografici:
Buccioli MG., I giardini venuti dal vento, Ed. Pendragon, Bo 2003
Pejrone P., In giardino non si è mai soli. Diario di un giardiniere curioso, Feltrinelli, Mi 2002
Pejrone P., Il vero giardiniere non si arrende. Cronache di ordinaria pazienza, Feltrinelli, Mi 2003
Premuda G., Bedonni B., Ballanti F., Nidi artificiali, Calderini Edagricole, Bo 2000
Rangoni L., La Garden Therapy, Giardinaggio e benessere, XENIA Ed. Mi 2002
Sackville-West V., Un giardino per tutte le stagioni, Franco Muzzio Editore, Pd 2002
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