Bioenergetic landscapes: L’energia benefica degli alberi. Gli spazi verdi possono avere una ricaduta positiva sulla salute dell’organismo umano. Studi condotti a livello internazionale hanno evidenziato la ragione dei benefici che ne possono ricavare. Una delle applicaizoni più interessanti di questi studi è quella che ci consente di realizzare giardini terapeutici bioenergetici. articolo di Marco Nieri ECOIDEARE
Marco Nieri
Eperto in salute e terapia dell’habitat, da oltre 20 anni progetta spazi e arredi con una visione multidisciplina re ricca di esperienze acquisite in Italia e all’estero. Dopo anni di ricerca ha ideato e messo a punto: BIOENERGETIC LANDSCAPE un’innovativa tecnica per creare parchi e giardini terapeutici utilizzando le proprietà elettormagnetiche delle piante www.archibio.it
Quando ci sentiamo troppo pressati dai nostri impegni è molto comune percepire d’istinto il bisogno di immergerci in un bosco o in un parco cittadino. La relazione terapeutica tra Uomo e Natura ha radici molto profonde nella storia, di cui l’Albero è la presenza simbolica più significativa, presente in tutte le antiche culture della Terra. Nei Boschi Sacri, santuari primordiali dove la divinità era simboleggiata da alberi significativi, l’albero era oggetto di culto e di rispetto, dispensatore di favori e salute; a questi esemplari spesso venivano attribuiti poteri taumaturgici, rafforzando l’immagine archetipica dell’albero “guaritore” La convinzione che le piante ed in particolare gli alberi siano benefici per le persone è del resto comune anche oggi. In gran parte questo deriva sia dalla conoscenza del loro fondamentale contributo nell’agire sull’ambiente, regolando la qualità dell’aria ed il clima, sia dall’estesa conoscenza che abbiamo sulle proprietà di molti principi attivi vegetali utilizzati da tempo in campo medico e farmacologico, ma non solo. Molte ricerche hanno focalizzato il loro interesse verso l’aiuto che le piante possono offrire all’uomo in particolare a livello psicologico, sensoriale o emozionale. Se nella cultura medica di poco più di un secolo fa esisteva ancora l’idea che gli alberi potessero essere di aiuto al corpo e alla psiche, oggi molti istituti universitari e centri di ricerca hanno affrontato sperimentalmente questo argomento, valutando l’influenza che la presenza del verde riveste nei luoghi di cura, di studio e di lavoro. I risultati sono spesso sorprendenti. Ricerche svolte dall’Università del Texas hanno verificato che i pazienti di ospedali dove sono presenti giardini effettuano degenze più brevi e sono più soddisfatti, così come lo è il personale: in definitiva, costi minori e comfort più elevato (R.S. Ulrich e altri, 1984-1991). Anche sui luoghi di lavoro la presenza di piante può aumentare il rendimento fino al 12%, ridurre lo stress e l’assenza per malattia (V.I. Lohr e altri, Washington State University, 1996). Si è dimostrato perfino che il semplice fatto di guardare immagini di natura e piante migliora in pochi minuti la nostra circolazione, riducendo lo stress, attivando un effetto che potremmo forse definire placebo, ma che conferma il collegamento con l’archetipo interiorizzato dell’albero guaritore. Questa consapevolezza ha incoraggiato negli ultimi 20 anni l’interesse da parte di molti progettisti verso la realizzazione di “Healing Gardens”, cioè giardini pensati per generare benessere o per stimolare positivamente disabili, anziani, malati di Alzheimer o semplicemente i bambini, facendo leva in particolare sulla funzione terapeutica del paesaggio legata per lo più a suggestioni emozionali, psicologiche e sensoriali. Parallelamente però a questi studi molto legati alla psicosociologia, il rapporto con alberi e piante è stato indagato non solo da un punto di vista culturale e antropologico ma anche “energetico”. Già le antiche culture più legate al valore della percezione dei fenomeni naturali, come quella indo-vedica, cinese, aborigena e dei nativi americani, seppero riconoscere e ricercare il potere terapeutico della natura attraverso il contatto fisico con gli alberi, allo scopo di ricaricare la forza vitale e rafforzare il carattere. Oltre a questo, molti ricercatori hanno cominciato a costatare che esistono forti parallelismi tra alcuni aspetti della fisiologia animale e vegetale. Ad esempio le recenti scoperte del LINV (Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale) di Firenze hanno evidenziato ad esempio come l’apparato radicale delle piante presenti una forte affinità con il cervello animale, e come esse abbiano sofisticate capacità di rispondere agli stimoli e di calcolare le risposte più idonee verso l’ambiente e gli organismi viventi con i quali entrano in contatto. Questa affinità che emerge tra uomo e pianta sembra suggerire che all’origine dei processi vitali esista una sorta di linguaggio energetico o elettromagnetico capace di mettere in relazione le cellule dei viventi tra loro e queste con l’ambiente. Questo è effettivamente confermato sia dalle antiche culture orientali così come dalle più recenti scoperte occidentali, dove risulta evidente che “la Vita è una manifestazione dell’Energia”. Negli ultimi decenni, ad esempio, molti studi hanno dimostrato che tutte le forme fisiche (umane, animali, vegetali e minerali) sono tenute insieme e controllate da campi di energia elettromagnetica (vedi teoria elettrodinamica di H.S. Burr, Università di Yale, 1940; H. Frolich, 1988, F.A. Popp, 1989-1992). Non sorprende quindi che l’uomo, gli animali e le piante emettano campi di energia biologica, sotto forma di deboli ma specifici campi elettromagnetici e contemporaneamente dipendano energeticamente dalla nostra Biosfera. Di questa relazione si è molto occupato un ricercatore belga, il dott. Walter Kunnen, che già negli anni ’60 affermava che siamo scarsamente coscienti che la sola differenza tra un cadavere -animale o vegetale ed un corpo vivo non è né fisica né anatomica ma semplicemente energetica. Dai suoi studi non convenzionali emerge che gli esseri viventi sono antenne che ricevono, accumulano ed emettono energia su specifiche frequenze elettromagnetiche che caratterizzano ogni organo o funzione biologica, così come un apparecchio radio sintonizzato su una stazione riceve quella emissione solamente, chiamando questo fenomeno “bio-risonanza”. Le sue ricerche sono state possibili grazie ad un cambio di paradigma nell’analisi lettromagnetica, e all’utilizzo di un particolare strumento di misura biofisica, l’antenna Lecher, da lui perfezionato, a cui si sono poi aggiunte le verifiche effettuate con aggiornate apparecchiature bioelettriche . Più recentemente, queste conoscenze e questi strumenti hanno reso possibile affrontare nuovi studi in campo vegetale per approfondire nel dettaglio la conoscenza della relazione energetica tra l’uomo, l’albero e la Biosfera. Da questi è nata una tecnica innovativa chiamata “Bioenergetic Landscapes”, che attraverso particolari misurazioni riconosce alle piante ed in particolare agli alberi la capacità di influire elettromagneticamente sull’uomo e sulle sue funzioni vitali, fornendoci così gli strumenti per creare giardini terapeutici bioenergetici particolarmente benefici per le persone. Le conoscenze del Bioenergetic Landscapes permettono di verificare strumentalmente che ogni albero emette frequenze elettromagnetiche i. identiche a quelle che caratterizzano ed alimentano i nostri norgani. L’intensità dei campi elettromagnetici emessi dagli alberi è estremamente bassa - come lo è quella dei “campi di energia biologica” emessi dall’uomo e studiati in tutto il mondo -, ma possiede un’altissima affinità biologica. Normalmente non riesce a diffondersi in maniera efficace più lontano di qualche decina di centimetri, ma questo studio ha però permesso di individuare un modo per amplificare e diffondere a distanza questa proprietà, utilizzando alcune correnti dell’elettromagnetismo naturale rilevabili nello spazio, già studiate da Kunnen, definite “campi generatori”. Questi sono in grado di raccogliere e veicolare per un certo tratto nello spazio le proprietà energetiche degli alberi, cioè la loro informazione biologica, purché le piante siano collocate con estrema precisione e con certe modalità in corrispondenza del loro percorso, attraverso misurazioni lettromagnetiche molto accurate da effettuare sul posto e sulle piante stesse. Si generano così aree bioenergetiche piuttosto vaste estese fino a decine di metri di distanza dalle piante e ampie fino ad alcune centinaia di metri quadrati, dove è misurabile una qualità elettromagnetica che dipende dal tipo di pianta che abbiamo utilizzato e dalle sue specifiche proprietà. Con questa tecnica possiamo progettare e realizzare parchi e giardini bioenergetici con una reale capacità di portare giovamento all’organismo non paragonabili a nessun altro sistema. Finora sono state eseguite molte realizzazioni sia in campo sanitario, pubblico e privato. A queste conoscenze il nostro team sta ora affiancando l’applicazione di tecniche emergenti ancora non sviluppate in Italia che, basandosi su evidenze scientifiche, approfondiscono la conoscenza del nostro rapporto terapeutico con la natura. Ad esempio stiamo approfondendo gli studi nell’areale mediterraneo del “Forest Bathing”, una disciplina nata da recenti studi condotti in Giappone che hanno dimostrato che alcune sostanze volatili come i monoterpeni emesse da diverse specie di alberi possono indurre cambiamenti fisiologici nel corpo umano, come la riduzione dello stress e della pressione sanguigna, incrementando la funzione immunitaria. Stiamo inoltre elaborando in maniera multidisciplinare gli studi sulla funzione psicoemozionale del verde legata agli archetipi per realizzare spazi verdi "istintivamente” terapeutici (“Therapeutic Landscape”). Per diffondere queste conoscenze organizziamo delle gite esperienziali di full immersion in boschi e foreste italiane, partendo dalla prima realizzazione di questo tipo, il Bosco del Sorriso nell’Oasi Zegna, stimolando i partecipanti a fare direttamente esperienza di tutte queste tecniche e a conoscere sempre meglio il potere terapeutico della natura e la fantastica architettura energetica degli esseri viventi.
albero amico
Soggiornare in questi spazi comporta un efficace recupero dallo stress con specifici benefici sia a livello fisiologico, che psicologico. In particolare: • riequilibrio del battito cardiaco • normalizzazione della respirazione • normalizzazione della pressione sanguigna • distensione mentale - psicologica • apporto di energia vitale per l’intero organismo
Questi benefici sono stati verificati utilizzando misurazioni con strumenti diagnostici di biorisonanza e di bioelettrografia GDV (Gas Discharge Visualization), con apparati di analisi vibrazionale ad infrasuoni TRV-FAST, e con nuovissime apparecchiature dotate di sofisticati sensori ad ultravioletti (FUTURA imaging camera - D. Gullà)
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