CRITICAL GARDENING - GIARDINAGGIO ALTERNATIVO

RUBRICA Giardini di città e di campagnaa cura di Bruno Bedonni, Dottore di Ricerca in Studio e Progettazione del Paesaggio

GIARDINAGGIO ALTERNATIVO

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Piazza Archinto Milano Critical Gardening Gruppo Milanese

Si chiama “Critical gardening” nasce negli anni ’70 a New York, attorno alla figura di Liz Christy, ed è un movimento che agisce principalmente contro il degrado urbano. I pacifici guerriglieri che appartengono a questa corrente di azione e pensiero detta “Guerrilla gardening” (= guerriglia del giardino) sono giovani tra i 20 e i 30 anni, che studiano o fanno i lavori più diversificati e nel tempo libero restituiscono un po’ di “verde” alle città, là dove l’incuria ha prevalso. L’articolo che ha ispirato, tra l’altro, questo argomento interessante e di grande attualità, è uscito alla fine dell’anno scorso su “Repubblica delle Donne”, l’autore è Giuliano Di Caro e le foto a corredo dell’articolo sono di Reed Young. Landgrab è il termine inglese che contraddistingue l’azione principale e tradotto significa impossessarsi della terra; in genere si tratta di spazi pubblici dove vengono creati spontaneamente piccoli giardini con arbusti, alberelli e fiori o qualunque dono della natura “avvilita dall’incuria e dal cemento” (n.d.r). Armati di vanghe e secchi, i giovani volontari, combattono la loro Guerrilla, termine latino-americano, con senso di altruismo e la convinzione che per migliorare la propria città sia sufficiente rimboccarsi le maniche e sporcarsi le mani… di terra. Per questo è nato e vive il movimento “Critical gardening” oggi presente, non solo nei civilissimi stati nordici Europei e nella grande Mela, ma anche in Italia, dove è cresciuto in diverse città come Milano, Bologna, Torino, Firenze, Roma ed anche in Sardegna.

I gruppi si formano spontaneamente uniti dal comune amore per il verde, investono il loro tempo libero per un ideale pratico e quotidiano. Usano il web come bacheca per le opere già compiute e come strumento per reclutare nuovi volontari. Questa forma di neoecologismo non sconfina mai nella violenza, spesso lavorano di notte e non reagiscono se di giorno il loro lavoro va perduto, il messaggio che loro vogliono trasmettere è comunque partito. Stefano Massimelli è l’iniziatore del gruppo Milanese fino ad oggi ospitato, insieme alle sue piante, alla “Stecca” quartiere isola di Milano, teatro di megaprogetti di rinnovamento e di polemiche infinite tra palazzinari e comitati di cittadini. Massimo ed un gruppetto di circa 15 giovani hanno curato un progetto noto con il nome di “serpentone”. E’stata così denominata infatti un’ aiuola a forma di esse che per settimane hanno spostato di continuo a seguito dell’avanzare dei lavori nel cantiere. Questi ragazzi non si atteggiano a sognatori visionari, ma in genere hanno un forte senso pratico. Il giornalista che li ha intervistati descrive la spontaneità con la quale Stefano Massimelli mostra l’album di foto dei lavori svolti come si trattasse dell’album delle vacanze. Attorno ai progetti realizzati sorgono molti aneddoti e figure simpatiche come quella del proprietario del parcheggio al coperto che fornisce l’acqua per le aiuole, la vecchietta che gioca a fare l’intransigente vedetta, cittadini che diventano attivamente partecipi. Particolarmente coinvolgente è risultata l’idea di piazzare qualche piantina di pomodori vicino ad un cantiere di edifici in costruzione, attraendo così l’attenzione degli operai che nella pausa pranzo si improvvisavano curatori dell’orto innaffiandolo diligentemente. Sono gesti che parlano di una umanità metropolitana che spesso pensiamo persa nelle infinite problematiche di cui sono afflitte le nostre città. In Italia un’autorevole testimonianza è portata dall’architetto paesaggista Michela Pasquali che è l’autrice di due interessanti testi sull’argomento: ”Loisaida” sui Community gardens newyorkesi del Lower East Side e “I Giardini di Manhattan, Storie di Guerrilla Gardens”. Loisaida è un piccolo quartiere di Manhattan nato alla fine dell’ottocento per accogliere grandi ondate di immigrati. Il libro ne racconta le origini e l’evoluzione nel corso di trent’anni di storia. I Giardini vennero creati grazie all’iniziativa della comunità locale a partire dagli anni ’60 e sono uno dei casi più interessanti di un inedito patrimonio di verde urbano. Il libro descrive i vari gruppi che si sono formati recentemente e attivi in Europa come “Atelier Le Baltò”, giovani francesi che vivono a Berlino e girano l’Europa diffondendo un progetto che ha lo scopo di avviare piccoli spazi verdi da affidare poi agli abitanti. Un modo di operare spontaneo che induce cambiamenti positivi nella mentalità delle persone ispirando un approccio diverso e più costruttivo nei rapporti tra i cittadini e lo spazio pubblico. Altre interessanti iniziative sono nate all’insegna di questo nuovo concetto, definito dagli addetti ai lavori “ecologia umanista”il cui rappresentante è Gilles Clement: garden designer, entomologo, scrittore e filosofo. Una tra le azioni più originali derivate è il “plant crossing”, cioè il baratto di piantine, sul modello dello scambio di libri usati. A Roma alcuni architetti, grafici e storici dell’arte, hanno creato un gruppo molto trend che ha debuttato, quasi per scherzo, vincendo un concorso a livello internazionale, a Salerno con il progetto “Ortus Artis”. Negli anni il gruppo ha poi continuato la sua attività innovativa realizzando diversi progetti, tra questi quello di un “giardino temporaneo” arricchito da una insolita macchinetta anni settanta che distribuisce semi anziché caramelle. A Bologna il referente del movimento Critical Gardening è Luca Comba coordinatore del gruppo “CrepeUrbane” che pubblica anche una rivista dedicata al tema della riqualificazione cittadina ed ha partecipato ad un progetto comunale di rinnovamento di una zona industriale della città. Il tema è di attualità visto che Bologna ospiterà la mostra “Ins*Orti - Crepe Fertili“, organizzata da questo gruppo alla Sala ex Borsa sulla insolita vegetazione spontanea che nasce nelle crepe tra e degli edifici e che Gilles Clement chiama “Il terzo paesaggio”. Il 17 febbraio interverrà anche Michela Pasquali che parlerà dei suoi libri. Attraverso il modello di Guerrilla Gardening la società civile lancia segnali interessanti, ispirandosi al guru britannico Richard Reynolds che con il suo gruppo iniziò la guerriglia in Europa lanciando “bombe di semi” in aree inaccessibili, vuote e recintate nella periferia Londinese, mentre Liz Christy lanciava seed granate nei vacant lots newyorkesi allo scopo di abbellire i quartieri più degradati della città.

Gloria Savigni e Bruno Bedonni, Bologna, febbraio 2009 Riferimenti bibliografici e web:

libri:
  Gilles Clément, Manifesto del Terzo paesaggio, Quodlibet, Macerata 2005
  Michela Pasquali, Mario Maffi, Massimo Venturi Ferriolo, Loisaida: NYC community gardens, A&M Bookstore 2006
  Michela Pasquali, I giardini di Manhattan - Storie di guerrilla gardens, Bollati Boringhieri 2008 siti web: http://criticalgarden.netsons.org/wp/ http://antoniogenna.wordpress.com/2008/12/30/libri-michela-pasquali-i-giardini-di-manhattan-storie-di-guerrilla-gardens/ esempi di lavori dei gruppi “critical gardening” RUBRICA Giardini di città e di campagnaa cura di Bruno Bedonni, Dottore di Ricerca in Studio e Progettazione del Paesaggio

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